Da dove nasce lo spirito identitario delle case in legno in bioedilizia? Ripercorriamo insieme la sua genesi, attraverso questa breve ma ci auguriamo esaustiva riflessione.
“Lo scopo della vita è di vivere in accordo con la natura”, recita la massima del famoso filosofo greco Zenone, che proprio sul legame con la natura aveva costruito buona parte del suo pensiero. Ed è sin dall’alba dei tempi che ci si interroga, a più riprese, sul rapporto tra una sempre più rapida avanzata tecnologica e un ecosistema naturale che, al contrario, richiede lentezza, rispetto, empatia.
Come cambia la visione della natura nell’edilizia e nella bioedilizia
Dai primi anni ’60, si inizia a delineare in ambito architettonico il rivoluzionario concetto di approccio bioclimatico, finalizzato a “lavorare con le forze della natura, non contro di esse e utilizzare le loro potenzialità per creare migliori condizioni di vita” per gli esseri umani. Da allora sono stati fatti passi da gigante e in un settore come quello edile – tra i più inquinanti a livello globale per le sue emissioni in atmosfera – il passare del tempo ha consentito di acquisire una maggiore consapevolezza sulle responsabilità verso l’ambiente e verso chi lo popola.
Pian piano, i ritmi di vita rallentano e si favorisce un ritorno alla slow life, in linea con i cicli della natura. Le scelte progettuali, così come le tecnologie impiegate nella realizzazione di case in legno in bioedilizia, si inseriscono nell’alveo della sostenibilità.
Si inizia a parlare di cantieri carbon neutral, di case passive, di stampe 3D, di utilizzo di legnami certificati PEFC che garantiscono la riforestazione con la piantumazione di nuovi alberi in sostituzione di quelli utilizzati per la costruzione delle case in legno.
La natura diventa a tutti gli effetti una culla in cui collocare un edificio perfettamente mimetizzato con il contesto. Si diffonde a tal proposito il concetto di biomimetica, che parte dallo studio del funzionamento della natura per poterlo replicare, grazie alle ultime tecnologie, dando vita a costruzioni più performanti ed efficienti.
Tornando dunque alla possibile convivenza tra tecnologia e natura, il mondo delle case in legno in bioedilizia rappresenta da sempre la risposta reale e tangibile a questo atavico dilemma, laddove efficienza energetica e bassi consumi equivalgono a ridotte emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Ma soprattutto, è la manifestazione dell’impegno concreto nel diffondere un nuovo modello di sviluppo sostenibile e nel promuovere processi di rinnovamento verso la transizione energetica e la decarbonizzazione dell’economia.
La sostenibilità secondo Biocasanatura
Il processo di realizzazione delle nostre case in legno in bioedilizia ha un bassissimo impatto ambientale, richiede poca energia per il montaggio, rispetto all’edilizia tradizionale, oltre a meno acqua e meno scarti di materiale.
Ci impegniamo ad adattare i processi aziendali per ridurne l’impatto, mitigarne gli effetti sul clima e preservare la biodiversità.
Sosteniamo filiere etiche, investiamo in ricerca e sviluppo di nuovi materiali, compensiamo le emissioni di CO2 dei nostri processi costruttivi attraverso la piantumazione di nuovi alberi a livello locale o in aree del mondo disagiate e ad alto rischio di deforestazione.
Facciamo cultura dell’abitare sostenibile e promuoviamo la diffusione di una coscienza ecologica, creiamo valore per la comunità e le istituzioni locali, selezioniamo partner impegnati, come noi, a creare un futuro condiviso e una catena virtuosa per lo sviluppo sostenibile.
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